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      Dalle cose succedute comprendo non esser più possibile che né voi né altri di mia casa abbiano più commercio col signor Domenico senza pericolo di qualche commedia. Io provvederò presto che non abbiate necessità di trattar con esso lui. Intanto non ne parlate né bene né male, siccome altre volte vi ho incaricato, e siate sicuro che io non lascerò di pensare a voi se seguiterete le mie massime e mi farete giungere migliori notizie della vostra condotta. Godo che sia stata provata la vostra innocenza, e che con questa occasione vi siate fatto conoscere.
      Voglia Dio che, siccome voi medesimo sperate, sia questo un principio del vostro incamminamento; conferiteci principalmente voi, ch'io non trascurerò di farlo ancora, sol che me ne sappiate aprir la via. Mille riverenze a mio padre, col quale vi prego di regolarvi saviamente; cioè tollerando con pazienza ed insinuandovi con dolcezza ed aria di sommissione, che per legge di natura è nostro debito di conservare.
      Del resto conservatevi ed amatemi, se volete ch'io v'ami; ma amatemi da uomo, che vuol dire rivolgete in vostro utile e gloria quell'amor proprio che suol essere lo scoglio di ciascheduno; e questo si conseguisce sacrificando il presente al futuro. Addio.
     
     
     
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      A GIUSEPPE BETTINELLI - VENEZIA
     
      Vienna 22 Dicembre 1736.
     
      Grazie al mio gentilissimo signor Bettinelli, e per le notizie della fortuna del mio Temistocle costì, e per il frontespizio del quarto tomo delle opere mie, e per la religiosa puntualità con la quale è già disposto a trasmetterne le consapute copie a Roma e a Vienna, dove e da mio fratello e da me sono con impazienza aspettate.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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