Non gli scrivo ogni ordinario per le medesime ragioni per le quali egli ancora se ne astiene, dove la necessità non lo richieda. Dategli mille abbracci per me. M'affliggerebbe che il signor Domenico incontrasse intoppi considerabili nella sua lite, e mi affliggerebbe sensibilmente; se voi senza mischiarvi seco potete essergli utile, non tralasciate di farlo: s'egli lo merita, si dee quest'opera a lui: e se non lo merita, a noi. Qui non entra affatto l'esame della sua gratitudine: questa non ha avuto parte tra i motivi di beneficarlo, né deve averne fra le cagioni d'assisterlo. Io lo credo gratissimo, e se non lo fosse desidererei di potermi vendicare con nuovi benefici. Spero che abbiate anco voi i sentimenti medesimi, e credetemi che son buoni non meno per questa che per l'altra vita. Domandate per me la sua benedizione a mio padre. Salutate tutti di casa, e credetemi sempre il vostro.
Domenica si pubblicherà qui la pace con un solenne Te Deum.
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A MATTIA DAMIANI - VOLTERRA
Vienna 23 Febbraio 1737.
A gran ragione crede V. S. illustrissima di meritar le mie querele; non già per le frequenti obbligantissime prove che si compiace di darmi della parzialità sua verso di me, ma per le scuse inopportune colle quali accompagna sempre i suoi favori, quasiché foss'io o poco giusto nell'apprezzarli o troppo insensibile nel vedermene in tanta copia onorato. Le proteste ond'io mi studiai di spiegarle il gradimento e l'ammirazione con cui ricevei e lessi le filosofiche rime già da molto tempo inviatemi avrebbono pur dovuto ritenerla d'accagionarmi di simigliante difetto; accusa che purtroppo nel giro delle sue per altro officiosissime scuse implicitamente si contiene.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Domenico Te Deum Febbraio
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