Pagina (156/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se dispiace talvolta nel Tasso la lima troppo visibilmente adoperata, non soddisfa nell'Ariosto, così frequentemente negletta; se si vorrebbe togliere all'uno alcuni concettini inferiori all'elevazione della sua mente, non si lasciano volentieri all'altro alcune scurrilità poco decenti ad un costumato poeta; e se si bramerebbero men rettoriche del Goffredo le tenerezze amorose, contenterebbero assai più nel Furioso, se fossero men naturali; verum opere in longo fas est obrepere somnum; e sarebbe maligna vanità pedantesca l'andar rilevando con disprezzo in due così splendidi luminari le rare e picciole macchie, quas aut incuria fudit, aut humana parum cavit natura.
      Se tutto ciò non basta, eccole ancora le disposizioni, nelle quali, dopo avere in grazia sua nuovamente esaminato me stesso, presentemente io mi trovo. Se per ostentazione della sua potenza venisse al nostro buon padre Apollo il capriccio di far di me un gran poeta, e m'imponesse a tal fine di palesargli liberamente a quale de' due lodati poemi io bramerei somigliante quello ch'ei promettesse dettarmi, molto certamente esiterei nella scelta; ma la mia forse soverchia propensione all'ordine, all'esattezza, al sistema, sento che pure al fine m'inclinerebbe al Goffredo. Con che sono.
     
     
     
      124
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 20 Aprile 1737.
     
      Mi rallegro con voi de' solidi sentimenti di morale che professate nella vostra ultima lettera latina, assai più che del divertimento poetico di cui mi fate la descrizione, non già ch'io trovi cosa da rimproverarvi in quest'ultimo, ma perché io vado ogni giorno più convincendomi della necessità di que' primi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Tasso Ariosto Goffredo Furioso Apollo Goffredo