Ella vuol pure aggiungermi peso col prezioso dono che mi destina; ed io non saprei né qual mio merito abbia potuto procurarlomi, né qual opera mia possa rendergliene il contraccambio dovuto. Arrossisco di usurpar da lei tanti e così distinti segni di stima, non sentendomene meritevole, e sarei più lungo nell'esposizione de' grati miei sentimenti; ma per saldare il mio debito fa bisogno d'altro che di parole.
Non solo lessi con ammirazione i suoi filosofici versi e l'epistola latina, che già da lungo tempo mi furon resi, ma mi sovviene d'avergliene prolissamente parlato nella mia risposta e d'essermi particolarmente disteso su la mirabile facilità con la quale ella tratta in poesia materie così malagevoli, che costarono già tanto sudore a Lucrezio medesimo, come che avesse meritato da Virgilio quel Nescio quid maius nascitur Iliade.
Mi dilungherei molto più, ma il comando di scrivere due nuovi drammi mi occupa di maniera che non mi lascia il tempo necessario onde supplire alle molte lettere degli amici. Mi onori dei suoi comandi, e mi creda invariabilmente.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 19 Ottobre 1737.
Nel mio ritorno dalla villeggiatura di Moravia trovo tre vostre lettere de' 21, 28 settembre e 5 ottobre. Nell'ultima delle quali sono i malanni. In verità non saprei più che fare per viver quieto. Sacrifico tutto quello che ho in Italia al sostentamento de' miei: mi riduco a vivere co' miei soldi diminuiti dalle grosse imposizioni correnti, e ritardati di 29 mesi, e tutto questo non basta; e non ne ritraggo altro frutto che continui lamenti e dall'una e dall'altra parte: ditemi che cosa ho da fare, e lo farò. Consultatevi col signor Peroni, proponete a lui gli espedienti, e si faccia quello che stimate a proposito, ma evitate di tormentarmi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Lucrezio Virgilio Nescio Iliade Ottobre Moravia Italia Peroni
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