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      Questa, per quanto mi dicono, è molto carica d'erudizione; assalta da tutti i lati l'oratore e non... i critici. Non posso... il mio parere non avendola ancora letta, ma corre... gran credito.
      Ricordatevi di me, come fin ora per bontà vostra avete fatto, ne' vostri piacevoli simposii; ch'io farò lo stesso domani sul bastione della porta d'Italia, dove sono invitato a pranzo, e dove, per essere ascoltato con attenzione, io non parlerò che di voi. Comandatemi, amatemi e credetemi.
     
     
     
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      A STELIO MASTRACA - VENEZIA
     
      Vienna 21 Marzo 1738.
     
      Non saprei commendare abbastanza la docilità di codesto vostro amico trattandosi delle difficoltà ch'io ritrovo nelle sue poetiche fatiche. Vi assicuro che la lunga esperienza del contrario non mi fa meno apprezzare in lui questa virtù così poco comune, di quello ch'io faccia gli altri doni di cui l'hanno prodigamente adornato e la natura e l'applicazione. Congratulatevene seco a mio nome, ed a mio nome presagitegli pure più vicino di quello che per avventura egl'istesso non si promette il segno che si è proposto.
      Per quanto io lo vada esaminando non trovo nel soggetto di Jefte alcuna circostanza, che rilevata dalla malignità potesse a buona equità renderlo men che grato alla Corte. Il primo motivo di dubitarne è appunto il dubbio che mi si propone. Per altro quale analogia potrebbe mai rinvenirsi fra la casa di Jefte e la nostra Corte? Io non so vederne altra, se non se quella che ritrova il Galileo fra le lunghezze d'una messa e d'un campanile. Può ben essere (e questo è assai facile) che altri vegga più acutamente di me; ma io intanto son di questa sentenza.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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