Mi direte che il maestro de' tragici non ha esitato nel suo Filottete di metter vivamente innanzi agli occhi de' suoi spettatori piaghe corrotte, cenci ripieni di sporchissima merce, e di accompagnar questo ameno spettacolo con le miserabili grida del tormentato attore; ma si parla a popolo diverso e diversamente educato il quale vuol esser sempre solleticato, qualche volta punto, ma non mai trafitto. A dispetto di questa mia seccaggine, rallegratevi a nome mio con l'autore di questa sua nuova fatica, nella quale migliora ogni giorno...
Non pretendo io già di fondar regole su le opere mie, ma avvertir gli altri di una quantità di scogli che, scrivendo quelle o vedendole rappresentare, ho dovuto per necessità conoscere; osservare se gli antichi vi abbiano inciampato mai e veder se Aristotile gli abbia tutti notati nella sua carta nautica. S'io debbo comunicar le mie osservazioni, convien, dico, le scriva, e, scritte che sono, è fatto il trattato; ma non mi tormentate; ora non posso veramente. Scriverò al Bettinelli nel mandargli l'Oratorio. Addio.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 14 Marzo 1739.
Ottimamente operate se, come asserite ed io credo, vi mostrate molto indulgente nel giudicar delle opere poetiche di qualunque genere escano alla luce. I legami che vi stringono a me e di sangue e d'amore rendono troppo sospetti i vostri giudizi, e se questi non sono più che moderati, vagliono meno a pubblicar gli errori altrui che la vostra passione. Per istinto di natura siamo tutti portati ad opporci alla violenza ed all'ingiustizia, onde tutto quello che potesse farvi credere troppo avido della mia gloria ed invido dell'altrui, in vece di procurarmi fautori, mi solleverebbe nemici.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Filottete Aristotile Bettinelli Oratorio Marzo
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