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      In somiglianti casi, quando non potete senza vergogna prendere il partito di chi applaudisce, prendete quello di chi tace. Lasciate che il pubblico ne decida, né mi credete sì debole ch'io tenga per oltraggio mio la lode degli altri, o sì superbo che non tolleri compagni, o così vile che mi compiaccia d'ingrandir la mia gloria defraudando l'altrui.
      Nel venturo ordinario vi trasmetterò il frontispizio del mio Isacco. Intanto godo di sentirvi così immerso nelle vostre occupazioni, che vi auguro feconde; ed abbracciandovi teneramente vi ricordo d'amarmi e di credermi.
     
      P. S. Saluti in casa e al signor Peroni.
     
     
     
      154
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 21 Marzo 1739.
     
      Voi siete la calamita dei malanni. È possibile che adesso abbiate un così gran vespaio sollevato a trafiggervi? Non saprei sopra di ciò che rispondervi, se non se con due parole: se lo meritate, correggetevi: se non lo meritate, non ne fate conto.
      Eccovi il frontispicio del mio Oratorio. Avvertite nulladimeno che non è sicuro che si canti.
      L'augustissimo padrone ha la podagra ne' piedi, e non sappiamo ancora se per martedì sarà in istato d'andare in chiesa. Quando non possa, l'Oratorio non si canta, non si pubblica, ed a me non è permesso mandarlo. Salutate tutti di casa, abbracciate il signor Peroni, e credetemi.
     
     
     
      155
     
      A GIUSEPPE BETTINELLI - VENEZIA
     
      Vienna 28 Marzo 1739.
     
      Speravo, caro signor Bettinelli, di mandarvi oggi il mio nuovo Oratorio; ma l'augustissimo principe trattenuto dalla podagra non ha potuto andare in chiesa, onde non si è cantato e non posso pubblicarlo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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