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A GIUSEPPE PERONI - ROMA
Vienna 20 ottobre 1740.
Ieri nell'entrare del giovedì un'ora e mezza dopo la mezzanotte passò all'altra vita il mio augustissimo padrone Carlo VI. Non occorre che vi dica di più per farvi concepire la mia desolazione. Gli ultimi giorni della sua vita preziosa ci hanno fatto conoscere il peso della nostra perdita, poiché non ci è stato momento in cui non abbia date prove di pietà, di costanza ed amore verso i suoi popoli. È spirato, adempiendo fin all'ultimo istante le parti di cristiano, di padre, di principe e di eroe. Le mie lagrime, che non ispargerò più giustamente, non mi permettono di dilungarmi. Mi trovo così oppresso dall'aspetto della pubblica disgrazia, che non sono ancora capace di esaminare le circostanze della mia. La sua infermità ha durato sette giorni ed alcune ore, ed è stata una infiammazione di stomaco mal conosciuta da' medici. Imploratemi costanza da Dio, che veramente non me ne sento abbastanza provveduto. Addio, caro amico.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 22 0ttobre 1740.
La costernazione nella quale vi avrà ridotto la terribil nuova della morte del mio augustissimo e clemente padrone Carlo VI vi farà pensare alla mia, e forse dubiterete ragionevolmente della mia salute. Perché sappiate che io vivo in mezzo al mio dolore, che mi ha ridotto stupido ed incapace di pensare ad altro che alla pubblica ed alla privata nostra desolazione, vi scrivo queste poche righe. La mano onnipotente s'aggrava in maniera sopra di noi, che senza una sua particolare assistenza non v'è fermezza che basti per non essere oppresso.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Carlo VI Dio Carlo VI
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