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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 25 Marzo 1741.
Mi piace tanto il sentirvi affollato d'affari che vi perdono ben volentieri il vostro silenzio. Vorrei nonostante che codeste folle fra le quali assai spesso vi trovate ravvolto cominciassero per una volta a produrvi altro che urti, oppressioni e lividure. Io non sento mai parlare d'un picciolo frutto di tanti vostri eroici sudori. Sarà egli possibile che voi solo fra tutti gli uomini dobbiate rimanere affatto digiuno di qualunque anche picciolissimo premio giustamente meritato? A che vi ha servito il segreto del S. Ufficio? Vi è qualche vantaggio? O almeno prossima speranza di conseguirlo? Se avete di che consolarmi, non m'invidiate l'unico oggetto di tante mie sollecitudini a retto fine. Voi avete fin ora, ed avrete sin ch'io possa, sempre parte de' miei profitti: io non voglio altra parte ne' vostri che il piacere di non ignorarli: sarebbe troppa ingratitudine negarmi una mercede ch'io tanto sospiro e che a voi costa sì poco. Non ricevo oggi lettere del nostro onoratissimo padron Peppe: abbracciatelo teneramente a mio nome; ditegli ch'io sto bene, e che gli auguro soventi occasioni di scrivermi con piacere. A nostro padre mille riverenze, a tutti di casa saluti. E voi amatemi come io faccio, e credetemi veramente.
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AD ANTON FRANCESCO GORI - FIRENZE
Vienna 29 Aprile 1741.
Il penultimo obbligantissimo foglio di V. S. illustrissima non fu che semplice risposta, e non proponendo cosa alcuna non mi autorizzava ad incomodarla di bel nuovo; quindi il mio silenzio.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Marzo S. Ufficio Peppe
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