Ella sta benissimo, ed io in queste alternative di bene e male che a voi son note, ho giornate migliori di quelle che in tanti mesi ho provate.
Continuate ad amarmi, e con la solita rispettosa protesta permettete che io teneramente abbracciandovi mi sottoscriva.
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A UNA IGNOTA ECCELLENZA
Czakathurn Ottobre 1741.
Soffra V. E. che giunto al termine del nostro non so s'io dica passeggio o viaggio, che non solo è stato felice ma delizioso, io compisca il preciso mio debito di dargliene conto, così perché sappia l'E. V. dove indirizzare i veneratissimi ordini suoi, in evento che voglia onorarmene, come per procurare occasioni all'esercizio del mio ossequioso rispetto. Noi siamo fin da mercordì scorso in questa isola di Czakathurn, dove il magnifico alloggio che ci raccoglie, le guardie, e le fortificazioni che ne circondano, e l'esquisita e lauta mensa che ci nutrisce, giungono a contentare il lusso, il fasto e la delicatezza, non che a provvedere al comodo, alla sicurezza ed al bisogno. L'unico disagio che finora abbiamo sofferto è il rimorso d'aver finora risentiti sì poco gli effetti delle pubbliche calamità. Ed io fra gl'impeti della mia devota ed impaziente riconoscenza ho già augurato mille volte all'E. V. la felicità d'un così tranquillo ritiro fra le presenti tempeste. Fra le grazie innumerabili ch'io ricevo dalla nostra generosissima ospite una certamente delle più gradite è l'avermi imposto di riverire l'E. V. a suo nome, d'invitarla a goder per qualche tempo (quando mai fosse possibile) questa placida segregazione dal resto de' miseri mortali, e di protestarle finalmente ch'ella intende aver parte così nella presente lettera ch'io le scrivo, come nell'altra che scriverò in avvenire: non facendolo ella separatamente per riguardo alle cure ed alle agitazioni fra le quali sa pur troppo che l'E.V. si trova.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Ottobre Czakathurn
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