E in vero, se alla facoltà si ha riguardo, chi potrà mai al pari dell'Eccellenza Vostra e scegliere e distinguere gli opportuni momenti per ottener a favor mio gli ordini reali? chi rivestirli di tutta l'autorità e premura nel comunicargli al ministro in Roma? e chi più accortamente declinar gl'inciampi e le dilazioni con le quali si deludono da così lungo tempo non meno le cesaree e le regie istanze, che i poveri voti miei? Se si ha riguardo al buon volere, trattandosi di liberar dal naufragio chi tutti ha sacrificati i suoi giorni alla coltura dell'ingegno, non veggo da chi dovess'io promettermi propension più benevola che da un cavaliere che tanto ancor per questa via si distingue, lasciandoci incerti se ne sia egli più debitore alla natura o a se stesso. Che più? la difficoltà istessa di questo affare mi assicura che Vostra Eccellenza l'intraprenderà con minor repugnanza, poiché le facili imprese son poco degne di lei. Non credo opportuno di trattenerla più lungamente informandola delle circostanze che rendono più compassionevole il caso mio. Dirò tutto dicendo solo che, chiamato dalla mia patria da un comando cesareo, che avendo servito dodici anni l'augustissima Casa con mille replicati segni d'un clementissimo gradimento, che convinto della benigna volontà de' miei sovrani di beneficarmi, pure per un concorso d'infelici accidenti io sono il solo servitore che, privo di premio e di mercede, si trovi ora in molto peggiore stato di quando incominciò a farsi merito. Ma io abuso soverchiamente della sua pazienza; perdoni l'importunità al mio bisogno, e mi creda pieno di fiducia, di gratitudine e di rispetto.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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