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A FELICE TRAPASSI - ROMA
Czakathurn 9 Febbraio 1742.
Mi giunse la veneratissima vostra scritta in data dei 13 di gennaio, piena di tutte quelle paterne, affettuose espressioni, familiari al vostro parziale amore verso di me, che mille e mille volte replicate mi cagionano sempre un nuovo piacere ed esigono da me una nuova riconoscenza. Io vi assicuro che il più vivo de' miei desiderii è quello di rivedervi, di abbracciarvi e di darvi testimonianza della mia tenerezza, del mio rispetto che eguagliano il mio debito; giacché gli angusti limiti tra' quali mi ha sempre tenuto la mia fortuna non mi han mai permesso il convincervene in altra forma. Ma non veggo finora prossima apparenza, onde intorno alle generose intenzioni del pontefice a mio riguardo non può contarsi finora per altro che per buon augurio, sul quale sarebbe mal sicuro il fondar edifizi. Vi supplico di abbracciare il signor Perroni a mio nome, e dirgli che lunedì scorso 5 del corrente gli ho scritto due lettere, una per la posta ordinaria e l'altra per via di monsignor nunzio Paolucci, che l'includerà nel suo piego al marchese o avvocato Scaramucci a cui è necessario far capo per averla, e che in questa seconda ho incluso la sopravvivenza ed il ristretto sottoscritto; che ho tentata quest'altra strada credendola meno soggetta alla disgrazia delle altre mie lettere, e che l'averne perdute tante cagiona a me la noia di scrivere ed a lui di leggere tante volte la medesima cosa. Mille abbracci a mio fratello ed a tutti di casa; e supplicandovi della paterna vostra benedizione, pieno di sommissione mi sottoscrivo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Febbraio Perroni Paolucci Scaramucci
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