Ho parlato lungamente di V. S. illustrissima col signor Bassan e col signor marchese Ginori e col signor baron Phütchner; gli ho trovati tutti giustissimi conoscitori del merito di V. S. illustrissima e, senza adularla, ben persuasi dell'onore ch'ella fa alla sua patria. Sul punto dell'irregolar pagamento della sua pensione, mi dissero i due ultimi che credevano che si fosse rimediato, essendo cessate le istanze: se la cosa non va con la felicità che si crede, io son pronto ad ogni suo cenno a rinnovar l'ufficio, al quale io l'assicuro che potrà mancar peso ma non calore. Se gli affari pubblici prenderanno una volta un assetto durevole, non dubito che si penserà seriamente a renderle giustizia; ma tra questi orribili tumulti marziali non è poco se le povere Muse non sono oppresse del tutto. Pensi intanto a conservarsi, mi ami com'io faccio e mi creda invariabilmente.
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AD ANTON FRANCESCO GORI - FIRENZE
Vienna 18 Agosto 1742.
Per eseguir prima gli ordini suoi, non ho risposto più sollecitamente al gentilissimo foglio di V. S. illustrissima del 17 di luglio. E vorrei, ora che lo faccio, aver fra le mani materia più aggradevole onde trattenerla, di quella che le mie inutili diligenze mi somministrano. Ho dunque replicatamente parlato al signor baron Phütchner ed al signor marchese Ginori; ho ritrovato al solito in entrambi e stima ed amore per la sua degnissima persona. Ma ho palpabilmente conosciuto che il desiderio che ha così l'uno come l'altro di favorirla è presentemente infruttuoso.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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