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      Per quello che riguarda al pagamento della pensione, dicono esser impossibile di far passo alcuno finché S. A. R. è assente; promettono di adoperarsi alla prima opportunità perché ella sia consolato; e frattanto, per diminuirle il rammarico della sua sorte, mi consigliano d'informarla della nostra, che presenti e in attual servizio andiam creditori di un anno e mezzo de' nostri soldi: per la carica alla quale aspira il signor suo fratello, che fin ora non è provveduta, né si provvederà probabilmente sino al ritorno del granduca. Ma il male non consiste in questo: lo scoglio maggiore si è che nella lista de' nominati venuta di Firenze non si trova il suo signor fratello suddetto, tutto che sia forse stato a V. S. illustrissima fatto credere altrimenti. Questa circostanza mi dicono esser necessarissima, né può procurarsi di qua. Io non lascerò di rinnovar l'istanze sino all'importunità; e, se V. S. illustrissima mi darà lumi che possano fortificar gli uffici, io ne farò buon uso.
      Abbandoniamo, amico veneratissimo, l'idea di presentare alla maestà della regina le rime del conte Casaregi. In primo luogo con qual fronte vuol V. S. illustrissima ch'io ardisca di offerire alla mia sovrana un libro dedicato a me medesimo? E poi sia persuasa che qui presentemente non si respira né si può respirar altro che guerra e politica, e che tutto ciò che non si riduce a questi due generi, o al terzo (che forse è il primo) di raccoglier danaro per le necessarie pubbliche urgenze, è considerato come inopportuno e fuor di tempo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Firenze Casaregi