E per rifarmi dal primo, dovete preventivamente essere persuaso della mia dovuta gratitudine alla memoria di così grand'uomo, che ha avuti per me sentimenti di padre: e dovete credere che non essendomi io mai risoluto a pubblicar gli scritti ch'egli ha lasciati, quando avrei potuto farlo senza rischio e con evidente lucro, abbia avuto ragionevoli motivi d'astenermene. Non può aggiunger chiarezza alla gloria stabilita dell'abate Gravina l'aggiunta di nuove opere, potrebbe bene scemarla l'ineguaglianza di quelle che si pubblicassero. Io non mi eriggo in giudice del merito delle inedite; ma considero che la maggior parte di esse erano scritte molti anni prima della sua morte: ch'egli sudava per la gloria e che non volle mai pubblicarle. Mi ricordo di più che avendomi fatto egli studiare le sue grandi Istituzioni civili (altre da quelle più brevi delle quali si valeva in cattedra), io fui obbligato a riscontrar ne' fonti tutte le citazioni, e fra questo lavoro m'avvidi che non erano altra cosa che le istituzioni purissime di Viviano trascritte in lingua più nitida. Le ragioni ch'egli ebbe di non pubblicare il secondo libro de Romano imperio sussistono tuttavia, e forse più giustamente a mio che a suo riguardo: le lettere sono tutte pubblicate in diverse raccolte oltramontane, e la traduzion latina di qualche sua tragedia (che per verità non sono il più felice frutto delle sue fatiche) non mi pare oggetto per sodisfare la mia riconoscenza. Ditemi pure il vostro sentimento su questi miei riguardi e convincetemi, ch'io condiscenderò alle vostre istanze.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Gravina Istituzioni Viviano Romano
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