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      Ma non entriamo in una materia così funesta. La piaga è troppo recente: ne soffre ancora d'esser trattata.
      Gli eccessi alli quali V. S. illustrissima trascorre nel suo giudizio del mio limitatissimo merito, confesso che mi sono carissimi: non già come argomento onde autorizzar la mia vanità ad attribuirsi ciò che non le conviene, ma come prove bensì della sua pregiatissima amicizia, che non può essere mediocre giungendo ad allucinare un suo pari.
      Conservi nella sua stimatissima persona un così bell'ornamento dell'italiana poesia: mi onori de' suoi venerati comandi, e mi creda col più sincero rispetto.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - DRESDA
     
      Vienna 15 Febbraio 1744.
     
      Pure alfine la pelosissima coscienza del mio caro signor abate Pasquini si è risentita! Se la cosa fosse succeduta verso Pasqua, ne sarei debitore a qualche sermone di quaresima; ma quel ravvedersi nel fervore del carnovale è veramente un tócco di grazia vincitrice, tanto per me più caro quanto meno sperato. Ma lasciam da parte le baie. Non crediate che io sia tanto indiscreto d'avervi creduto meno memore della nostra amicizia, a cagione del vostro pertinace silenzio. Io sapevo le vostre vicende, vi accompagnavo con l'animo, e mille volte mi sono dimenticato delle tempeste dalle quali ero circondato io medesimo, figurandomi quelle fra le quali si trovava l'amico. Ma può pagar tutte le passate agitazioni la vostra presente tranquillità. Io me ne congratulo col più vivo dell'anima, e vi assicuro sinceramente che pochi per me fortunati avvenimenti avrebbero facoltà di rallegrarmi al par di questo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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