Ho trovato dunque minor repugnanza a scrivervi di me notizie non tanto felici quanto avrei voluto, che a tacere più lungamente; tanto più che il nostro don Nicola, gentilhomo del cardinale Paolucci, avendomi scritto con quale eccesso di umanità gli avete parlato e vi siete offerto a soccorrerlo ove di voi abbisogni, mi ha risvegliato un estro di tenerezza e di stima per il vostro benefico adorabile carattere così utile alla società: e non ho saputo differirmi pù lungamente la delizia di trattenermi come posso alcun momento con esso voi prendendo per pretesto questo per altro assai giusto motivo di rendervi grazie della memoria che conservate di qualunque mia istanza, e della prontezza che si ritrova sempre in voi a secondarla.
La mia generosissima ospite impiegando a mio pro tutta la cura e la tolleranza di madre procura di abbreviare la mia convalescenza quanto è possibile: ed uno dei rimedi più efficaci è certamente l'ottima salute che grazie al Cielo ella gode: circostanza che tanto consola, quanto interessa la mia gratitudine; e mi rende più salubre questo soggiorno. Io non m'imbarco a scriver le molte cose che mi ha incaricato di dirvi a nome suo: la lettera sarebbe troppo prolissa. Mi restringo al preciso compito di sollecitarvi a liberar la vostra fede con una scorsa in queste campagne recandoci migliori novelle delle presenti: ed a pregarvi da sua parte di replicare unite a' suoi complimenti queste medesime istanze alla signora contessa vostra consorte di cui come di tutta la fiorita famiglia sospiriamo notizie.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Nicola Paolucci Cielo
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