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      Intanto, per non avventurar anche questa, ricopro il vostro nome con quello del mio libraio, che credo molto meno atto del vostro ad accendere la curiosità d'alcuno sino al delitto.
      La mia salute migliora, e migliorando in questa stagione mi riempie d'ottime speranze. Non è però ch'io non risenta i miei incomodi; ma essendo essi ormai quasi in equilibrio con la facoltà di tollerare, io non ardisco lagnarmi.
      E quando vedrò io mai il libretto che da tanto tempo dite avermi diretto? Che crudel maniera è codesta di tormentarmi? Non l'ha certamente da voi meritata la tenera amicizia e l'alto pregio in cui giustamente e costantemente vi tiene il vostro.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 22 gennaio 1746.
     
      Vorrei nuove più felici della vostra salute di quelle che raccolgo dalla vostra del primo del corrente, poiché la necessità in cui siete di operare non s'accorda con la persecuzione degli ostinati incomodi vostri. Desidero che il cambiamento di vino abbia fatto il suo effetto e lo spero. In ogni caso sono medicamenti questi che moderatamente usati non vi faranno almen peggiorar di condizione. Io vado sempre migliorando e, benché lentissimamente, io reputo considerabilissimo il mio guadagno per riguardo alla rigida stagione in cui siamo, dalla quale avea gran ragione di aspettar nuovi guai.
      Mi compiaccio che non vi sia dispiaciuto il Vero omaggio: è un piccolo scherzo nel quale per altro la delicatezza nel lodare si distingue da quella che ho procurato di usare negli altri miei componimenti di questo genere.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Vero