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      Se avessi chi mi sollevasse dal noioso impiego di copiare, ve la trasmetterei. Ma lo farò da Vienna.
      Amatemi sempre quanto io vi amo e vi onoro; e credetemi costantemente.
     
      P. S. Mi è stato scritto per ordine del nostro sovrano, affinché io m'applicassi a comporre un'opera per le nozze che costì si celebreranno a primavera; ma io, non sicuro ancora del mio incominciato ristabilimento in salute, non ho avuto ardire di prenderne l'impegno, incerto di poterlo compiere. Questo è il vero mio sentimento; del quale vi prego di render testimonianza in caso che sentiste malignar la mia scusa. Addio.
     
     
     
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      A FRANCESCO ALGAROTTI - DRESDA
     
      Joslowitz 27 Ottobre 1746.
     
      Come per lo più avviene di tutto ciò che piace e si desidera, la carissima vostra lettera del 20 d'agosto con l'epistola sul commercio e la nuova stampa del Congresso di Citera mi sono giunte tardissimo. Non prima d'avanti ieri mi furono trasmesse da Vienna dal nostro signor conte di Canale, ed io mi son vendicato della lunga aspettazione rileggendo già ben tre volte questo vostro nuovo componimento, e sempre con nuova specie di piacere. L'idea che voi avete saputo render poetica è degna d'un savio e buon cittadino. Vi trovo de' versi incomparabili, come
     
      Parte maggior del veneto destino...
      Piagata il sen dalle civili guerre...
     
      ed i tre seguenti:
     
      La tarda prole del palladio ulivo...
      L'obbliquo riso...
     
      e molti altri ch'io non voglio trascrivere. Vi si conosce per tutto l'uomo che pensa, e non il parolaio, carattere d'una gran parte de' nostri cinquecentisti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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