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      Vienna 28 Gennaio 1747.
     
      Non prima dello scorso ordinario per mezzo del nostro veneratissimo signor cardinale Paolucci mi è pervenuto il sospirato foglio di Vostra Eccellenza del 22 novembre dell'anno scaduto. Onde ella vede che, oltre le ragionevoli opposizioni che Vostra Eccellenza trova a consolarmi con le sue lettere, la fortuna ancora me ne invidia e me ne ritarda il piacere; e non ha potuto però questa mia implacabile nemica defraudarmi delle continue notizie dello stato di sua salute e della costante memoria ch'ella degnava conservar di me, avendomene sempre favorito il signor cardinale medesimo con bontà ed esattezza eguale alla mia impazienza.
      Ella persiste a volermi reo della lunga interruzione delle nostre lettere; ed io mi trovo così onorato del suo rimprovero, che credo debito della mia gratitudine il domandar più tosto perdono che sodisfazione, anche a spese della mia innocenza.
      Non mi parla Vostra Eccellenza della sua salute, ond'io mi lusingo che non abbia avuti incomodi motivi di ricordarsene, e desidero col più vivo e col più sincero dell'animo che possa metterla lungamente in oblivione per la cagione medesima che a me non riesce il medesimo. Un pertinace acido invincibile ch'io sento nel mio stomaco, o cagione o compagno di crudelissimi stiramenti di nervi nello stomaco istesso e nella testa, con l'incomodo corteggio di flati di languori di tumulti nelle viscere, da due anni in qua mi assedia di maniera che non trovo via di risorgere. Il sonno e l'appetito, che ho per fortuna conservato, sono gli alleati co' quali sostengo questa pertinace guerra senza lasciarmi opprimere.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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