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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 15 Aprile 1747.
Mi ha trafitto l'anima l'occorso fra mio padre ed il signor Perroni, fra il sommo rispetto che ho del primo ed il bisogno e l'obbligo che mi stringono al secondo. Vi ringrazio del passo da voi fatto con questo, molto prudente, e vi prego di andarli destramente rappattumando, per quanto si può. Intanto a tenore della vostra suggestione ho scritto al signor Perrone che faccia ciò ch'egli vuole sul particolare di mio padre. Ed ho scritto a mio padre che prenda pure dal suddetto quindici paoli che vuol dargli e che poi avrà da voi a parte uno zecchino ogni mese. Se la cosa si può rappezzar così, sia. In altro caso scrivetemi voi qualche altro mezzo termine, purché tutto si faccia senza scene e senza clamori. Io non posso più scrivere e non avrei da soggiungere se non che non crediate mai ch'io sia per farvi i conti addosso. Sarei ben contento di sentirvi fortunato, ma fuor di questo contento non voglio altra parte nella vostra fortuna. Addio, affaticatevi a ricomporre cotesti animi esacerbati ed amatemi, ch'io son il vostro.
255
A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
Vienna 22 Aprile 1747.
Mi congratulo in primo luogo con esso voi de' magnifici e coraggiosi sentimenti di cui trovo ripiena la gratissima vostra del 18 dello scorso marzo. M'innamora quell'altissimo disprezzo dei nemici, m'incanta quella fraterna fiducia negli alleati, mi consola quel profondo rispetto delle nostre forze e de' nostri consigli; ed invidio in somma ed ammiro quella sicura e non perturbata tranquillità di mente, ch'io disperava che si trovasse in terra, e m'avveggo pure ch'ella risiede tutta nell'animo serenissimo del mio dolcissimo Filipponi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Perroni Perrone Filipponi
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