La presente mia clementissima sovrana, obbligata dalle circostanze de' tempi, diminuisce i soldi; e per dare a me un compenso di tal diminuzione, come per consolarmi in parte degli antichi miei danni, mi assegna mille e cinquecento fiorini (e non un canonicato) in Milano. Corre il quinto anno che la grazia è fatta, ma colà non eseguita dove bisogna, per mille arzigogoli ch'io medesimo non intendo ma provo. Or che vi pare? Non è lagrimevole il caso mio? E pure è tale. Dopo diciasette anni di servizio, non già per colpa de' miei padroni ma della mia nemica fortuna, io sono in peggiore stato di quando ho lasciata la patria mia. Da questo fedele e patetico racconto argomentate quanta confidenza abbia io con voi: confidenza che vi deggio in contraccambio della vostra. Chi può rendervi mai grazie abbastanza della affettuosa e sincera prontezza con la quale vi offerite a procurar di condurre a buon porto questo mio sventurato affare? Io riconosco in questi moti non ordinari della vostra amicizia il cuore di Farinello; e son superbo di non essermi ingannato quando mille volte ho detto che tutto è armonico in voi e tutto al medesimo grado d'eccellenza.
Io vi son già così tenuto della vostra sincera premura come se avesse conseguito il suo effetto, poiché le ragioni d'esservi obbligato dipendono da quella e non da questo. Per darvi in mano qualche scrittura autentica vi accludo un solenne certificato della Segretaria di questo Supremo Consiglio d'Italia, così della concessione della nota Percettorìa come del dispaccio con cui fu notificata allora a Napoli la mercede.
| |
Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
|
|
Milano Farinello Segretaria Supremo Consiglio Italia Percettorìa Napoli
|