Io non mi sento inclinato, difetto forse di coraggio, ad opinioni così vivaci, ma vi confesserò candidamente che in mezzo agl'ingiuriosi clamori delle nostre moderne scuole, la sola autorità di tanti secoli che per lui hanno professato rispetto ha fatto sempre nella mia mente sufficiente contrappeso a quello di chi avrebbe pur voluto inspirarmene compassione. Anzi subito che, non già per fiducia nel proprio vigore, ma per mancanza pur troppo intempestiva di condottiere, mi sono trovato in necessità di camminar senza appoggio, non ho trascurato di applicarmi con la più esatta cura che allor per me si potesse all'esame dei giudicii per autorità e per imitazione più che per proprio discernimento da me sino a quel tempo formati. E dirovvi che, a dispetto delle belle notizie fisiche delle quali mancava il nostro filosofo a' giorni suoi e noi presentemente abbondiamo; a dispetto di quel misterioso genio che, trapiantato forse dall'Egitto, e nel terren greco più del bisogno felicemente allignando, se non in favole e in caratteri arcani, nelle dubbie almeno e nodose voci degli scritti suoi frequentemente si manifesta; a dispetto di quell'eccesso di metodo, in grazia di cui egli opprime talvolta l'altrui discorso con la copia stessa degli stromenti che somministra per sollevarlo; a dispetto, dico, e di tutto questo e del molto di più che si voglia, la stupenda vastità della sua mente, di tante e di sì preziose merci capace, l'impareggiabile perspicacità con la quale penetra egli e ricerca i più riposti nascondigli della natura, l'ordine inalterabile che regna in tutto ciò ch'egli pensa e di cui pure è figlio quello che oggidì s'impiega contro esso da' suoi contraddittori medesimi, m'inspirano per lui l'ammirazione e la riverenza a quei rari talenti dovuta, che di tanto agli altri sovrastano, che onoran tanto l'umanità e che riducono i Danti Alighieri a dir di lui:
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Egitto Danti Alighieri
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