Mi sono andato lungamente beccando il cervello per trovar modo onde approfittarmi della sua autorità ed intelligenza, senza abusar indiscretamente della sua borsa; ma, conoscendola troppo, ho disperato di poter ridurre la sua generosità a familiarizzarsi con somiglianti distinzioni. Onde ho rigettate come tentazioni del demonio tutte le suggestioni del mio bisogno. Non so chi m'abbia tradito: chiunque sia, Dio gliel perdoni. Per proteggere il mio naso egli ha messo a sbaraglio la mia modestia. Ha supposto, cred'io, che questa non sia virtù da poeti, ma prende un granchio a secco, perché alla fin fine le nostre muse son verginelle pudiche: e se ben l'una o l'altra ha pur talvolta inavvedutamente sdrucciolato, mercé le sue vereconde cautele passa tuttavia per donzella. Basta, la provvisione dura ed il rossore è passato: tanto più che Vostra Eccellenza, per iscemare la mia vergogna, m'ha gentilmente proposto di contraccambiare il suo buon tabacco con pochi e mal colti miei versi; ma sia cambio o dono io gliene professo la più viva riconoscenza. Ho trovato in esso tutte le lodevoli qualità: ma la più preziosa è il potermene io valere per argomento della costante memoria ch'ella conserva del rispettoso ossequio con cui sono stato e sarò sempre.
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A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
Vienna 30 Novembre 1748.
Ieri inaspettatamente mi fu portato in casa, non già a nome del conte di Gros, ma d'un altro ufficiale che da lui forse ne avrà avuta commissione, un involto di tela incerata con direzione a voi, accompagnato dalla laconica ambasciata che dentro al suddetto involto si racchiudeva una pelliccia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Dio Vostra Eccellenza Novembre Gros
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