Intercedete voi perché si risparmi al mio Attilio il ritorno a Vienna, giacché non potrebbe ottener mai in altre mani né maggior gloria né maggior sicurezza.
Io m'avveggo benissimo che voi siete l'amico vento che mi raduna sul capo questa pioggia di grazie reali: or pensate se vi son grato, e di quanto s'accresce in me per voi quella sincera e tenera stima con la quale non lascerò mai d'essere.
P. S. Nel mandar le lettere alla posta mi perviene un altro vostro piego col second'atto del Demetrio ed una cantata. A dispetto della fretta ho scorsa due volte quest'ultima. Oh poveri noi, caro Pasquini! Se i sovrani scrivono in poesia in tale eccellenza, come ci consoleremo dell'umile nostra sorte noi sventurate cicale di Parnaso? Addio di nuovo.
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AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
Vienna 19 Febbraio 1749.
Carico de' pubblici meritati applausi, parte da questa imperial residenza per condursi a Napoli il signor Angelo Monticelli, virtuoso di camera dell'augustissima imperatrice regina. Troppo modesto nella stima di se medesimo, crede di dover aver bisogno costì di raccomandazioni: e troppo vantaggiosamente prevenuto a favor mio, mi crede atto a procurargli il valido patrocinio di Vostra Eccellenza. Io sospiro da tanti anni un opportuno pretesto di rinnovare a Vostra Eccellenza la memoria dell'antica mia venerazione, che non ignorando quanto poco mi si convenga il carattere di protettore, pure trascorro ad assumerlo a dispetto delle giuste mie repugnanze: sentendomi maggior capitale di rassegnazione per soffrir da Vostra Eccellenza la taccia di troppo ardito, che la disgrazia della sua dimenticanza.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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