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      Ed ho ogni giorno la dilettazione quasi peccaminosa di sentirmi richiedere della verità del fatto da' personaggi più distinti, e in conseguenza delle mie replicate relazioni osservare qual giustizia universalmente vi si renda. Oh che contento nel considerare che pensiamo d'una stessa maniera! Per mille e mille antiche e nuove ragioni si dovea far quel che avete fatto. Non dubitate che non si trascura di farle riflettere.
      Godo che vi sia piaciuta l'Armida placata, e credo certamente che condotta per mano da voi su le scene farà la sua grande comparsa. Per compiacervi dell'ornamento che vorreste aggiungerle nel fine ho pensato due maniere: le ho date ad intendere al Migliavacca, e, quando le avrà eseguite com'egli sa, vi porrò al solito la mano perché siate servito come meritate. Una di queste maniere introduce nella tessitura istessa del componimento motivi bastantemente verisimili, onde per forza d'incanto possa comparir nel fine la reggia d'Apollo, o sia del Sole, che voi desiderate. Ma come che la distruzione degl'incanti è l'azione necessaria con cui deve terminar l'opera, è assolutamente inevitabile che almeno gli ultimi otto o dieci versi si dicano nel bosco naturale che si è veduto al cominciar della Festa. E questo non so quanto sia per soddisfarvi, benché qui si è fatto con applauso nel mio Sogno di Scipione. L'altra maniera d'introdurre una scena magnifica con macchina e con quanto mai si desideri nell'ultimo è quella di fare una licenza staccata affatto dalla tessitura del componimento, applicando tutta la Festa ad un giorno di nome o di nascita d'alcuna delle persone reali.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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