In questo caso si termina tutta l'azione come sta senza storpiarla; e poi si fa cambiar la scena nella reggia del Sole ricca, magnifica, luminosa quanto mai si voglia. Si vede messer Apollo che, sdegnato con quelle pettegole delle Muse e con gli altri geni suoi seguaci dei quali sarà popolata la macchina, in un cortissimo recitativo ed un'aria dice loro che si meraviglia moltissimo, che, potendosi impiegare a cantar le lodi de' numi del Manzanare, vadano perdendo il tempo a rappresentare le pazzie di Rinaldo ed Armida; e ordina a tutti ed a tutte sotto pena di scomunica di andar subito seco a metter mano all'opera. I Geni e le Muse saltano per ubbidirlo dalle loro sedi sul palco, e formando un magnifico ballo, accompagnato dall'armonia d'uno strepitoso coro, danno la buona notte agli spettatori. In questa maniera non è né pur necessario che sia un giorno di nome o di nascita: la licenza si può far che serva per tutti i giorni, perché tutti i giorni sono a proposito per far la corte a' propri sovrani. Io quanto a me, caro Farinello, non esiterei un momento a scegliere questa seconda maniera, perché la prima, per quanto mi sia lambiccato il cervello, è sempre cosa attaccata, sta su per via di puntelli, guasta la perfezione della catastrofe, aggiunge una codetta alla festa, che non ci anderebbe; e poi, con tutti questi svantaggi, pure agli ultimi versi bisogna tornare all'orrido bosco. - Oh - direte voi - se disapprovate tanto la prima maniera, perché l'avete pensata, fatta scrivere e corretta?
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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