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      Vienna 10 Aprile 1749.
     
      Accuso in fretta la carissima vostra del 7 corrente, e desidero che siano cessate le cagioni che vi hanno fatto differir la risposta alle mie.
      Il signor marchese Malaspina non vi ha detto cosa della quale io non vi avessi prevenuto. Se il mio affare avesse avuto corso da sé ne' tribunali, non sarei ricorso a protettori così grandi. La mia percettorìa non era compensazione di meriti: era equivalente d'una porzione di soldo promesso e non assegnato. Io dimandai 4 mila fiorini come Apostolo: non me ne furono assegnati che tre, con la scusa che non potea caricarsi di più l'erario, ma con la promessa di farmi avere il resto per altra via. Onde la protezione consisteva nel far valere la massima che la mercede non pagata può passar per denaro effettivo: né so come entrino tribunali dove s'implora protezione, che può ben essere mediatrice di grazie, ma fa cattiva figura ne' sacrari della Giustizia. Ma queste son tutte parole al vento, e l'ho capito dalla prima vostra risposta.
      Si scriverà, già che così volete, con tutto l'impegno al conte di Richecourt. Ma confesso che non posso approvar la vostra risoluzione. Noi andiamo tutto dì avanzandoci nella folla de' bisogni della vita, e voi volete rinunciare a gran parte de' mezzi che avete per supplir loro. Basta; se la cosa è risoluta, non v'è più che consigliare. Addio, caro Pasquini. Ditemi una volta che siete ristabilito. Amatemi e credetemi.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - DRESDA
     
      Vienna 26 Aprile 1749.
     
      Con la carissima vostra del 24 del corrente sento con qual fervore cotesto real principe elettorale abbia intrapreso di proteggere il noto mio affare.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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