Né si contenta Vostra Eccellenza di assicurarne me solo: il signor Angelo Monticelli, confuso dall'eccesso di benignità con la quale è stato ammesso a presentar la mia lettera all'Eccellenza Vostra, esagera nella sua che mi scrive e le grazie da lui ricevute, e l'onorato luogo ch'ella mi concede ancora nella sua memoria dopo tanti anni e di lontananza e di silenzio. La mia invidiabil sorte è maggiore d'ogni espressione e d'ogni rendimento di grazie: onde non mi resta altro partito da prendere che supplicarla a non istancarsi, per decoro almeno del suo giudizio.
Ho veduti nella degnissima nostra signora contessa d'Althann così alla lettura del sospirato foglio di Vostra Eccellenza come alla esposizione di quanto ella si è degnata commettermi tutti quei segni indubitati della tenera stima che questa incomparabil dama ha sempre conservata per l'Eccellenza Vostra e di cui in mille e mille occasioni sono stato testimonio. S'io volessi ora scrivere quanto ella vorrebbe che le scrivessi non finirei così presto.
È verissimo che nella scorsa estate, trovandomi meno tormentato di stomaco e di testa da quegl'incomodissimi stiramenti di nervi che da cinque in sei anni in qua mi perseguitano, terminai il mio Attilio Regolo: ma io non ne son padrone. Il principe elettorale di Sassonia ha desiderato leggerlo, e l'augustissima principessa mi ha permesso di comunicarlo a lui. Fin'ora la mia facoltà non si stende più oltre. La Poetica d'Orazio è parimenti terminata: ma essendo una traduzione, ho qualche repugnanza di pubblicarla.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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