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      In esecuzione de' venerati ordini dell'Eccellenza Vostra accompagnati da quelli della signora contessa d'Althann ho con tutte le mie forze assalito il signor conte di Losy, per impegnarlo ad ottener dall'augustissima padrona la richiesta permissione per la permanenza costì del nostro impareggiabile Tiridate fino a tutto il Carnevale del 51. Ho trovato il cavaliere non meno parziale di noi, e non meno ambizioso di conferire al piacere di cotesta illustre nobiltà. Ma mi disse che convien pensar bene alla maniera di fare un tal passo per non avventurar di far danno al Monticelli nell'animo della nostra sovrana. Che convien riflettere che, oltre essere attual servitore, egli è suddito: che, oltre il soldo e le altre grazie, egli ha esatte dall'augustissima padrona continue distinzioni: che da che ella è in trono ei non è stato in Vienna che passeggiere: che se tutto l'anno scorso v'è rimasto, è stato a riguardo del teatro pubblico e non della Corte: e che la lontananza di Napoli non permetterà facilmente ch'egli si lasci almen vedere in Vienna nell'estate antecedente al carnevale del 51. A questo io risposi che in tale istanza il Monticelli non avea altra colpa che il suo merito: che il pensiero non era affatto suo: ch'egli con tutta la confidenza che ha meco non me ne avea scritto parola: e che finalmente non dovea dispiacere all'augustissima nostra padrona che una città così illuminata come Napoli fosse obbligata a cercar eccellenza fra i suoi servitori. A questo egli soggiunse che i viaggi della Corte a Manesdorff ed a Mariazell ci lasciavano alcuni giorni di tempo a pensar la maniera di fare utilmente il passo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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