Ch'egli ci penserebbe intanto, che ci pensasse la contessa d'Althann, ed io: che si farebbe fra noi una picciola conferenza, e ch'egli poi esattamente eseguirebbe ciò che in essa si risolvesse. Eccole lo stato fin ora dell'affare. Della premura della signora contessa d'Althann e mia so che Vostra Eccellenza non dubita; ma io posso assicurarla con verità anche di quella del conte Losy, che si è espresso meco a riguardo dell'Eccellenza Vostra e di cotesta nobiltà con sentimenti ben degni e di questa e di lui. Il nostro Tiridate conosce la Corte ed i fondamenti de' nostri dubbi, e potrà giustificargli appresso l'Eccellenza Vostra. Desidero di poterle scriver presto d'averla utilmente ubbidita. E supplicandola a ricordar la mia divozione all'eccellentissimo signor principe suo consorte, col solito rispettoso ossequio mi confermo intanto.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Vienna 6 Agosto 1749.
Alla carissima vostra del 23 di giugno ho tardato due settimane a rispondere per potervi dar qualche conto delle vostre commissioni. Ora posso farlo; onde eccomi a voi.
Per l'affare del signor Ridolfi ho formata una memoria in francese, un poco più ordinata di quella che mi mandaste. Ho parlato con questi signori lorenesi ministri di Toscana; e gli ho trovati tutti concordi nel rispondermi che il sospetto d'una parte è causa troppo leggera per movere l'animo di Sua Maestà Cattolica a mandare un ordine dispotico alla Reggenza di Toscana, e particolarmente in materia di giustizia; nella quale non si può supporre, senza evidenti prove, che una Reggenza intiera faccia passi falsi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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