Ed un ordine preventivo del sovrano, che non si faccia ingiustizia, sarebbe una offesa a tutta la Reggenza, perché si supporrebbe capace d'una colpevole irregolarità. E questo non si fa mai, né si può dimandare. Io non mi sono arrestato a questi scogli: ma col consiglio d'uno de' ministri mio amico, ed il quale ha il maggior credito in questo supremo Consiglio di Toscana, ho formato un memoriale a Sua Maestà, nel quale asserisco per cosa certa che la parte contraria abbia già fatta istanza formale alla Reggenza in Firenze per ottenere facoltà di smembrare la supposta somma dal noto fidecommisso a danno della primogenita. In virtù di questa nostra assertiva, si scriverà probabilmente alla Reggenza che informi; e l'informazione e le repliche daranno forse occasione a servire utilmente l'amico. Ma questo maneggio non può andar così sollecitamente come da lontano si suppone. La Corte non abita l'estate in città, e l'augustissimo padrone, a cui bisogna presentare il memoriale, è sempre in moto. Sicché un povero agente deve trottar or qua or là in moltissime volte, aspettar le giornate intere; e se in venti corse inutili gli riesce di trovar il momento felice può contentarsi della sua sorte. Il peggio si è che non si può far altrimenti; perché, per evitare la folla de' ricorsi che venivano di Toscana di salto senza esser passati per la Reggenza, v'è un ordine che questo Supremo Consiglio non prenda memoriali. Assicuratevi ch'io non trascurerò l'affare, bastando che sia vostra premura perché io la consideri come mia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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