Ma la minima difficoltà che abbiate, non intendo di seccarvi; perché la mia raccomandazione non ha altro motivo che quello che avete ancor voi, ciò è di esser utile al prossimo quando si può onestamente: per altro io non conosco il nipote, e non devo cosa alcuna al zio. Vi prego bene di rispondermi in maniera ch'io possa mostrar d'avere scritto, e di ricever con la vostra natural cortesia il portatore della mia lettera, affinché, se non potete essere utile a lui, lo siate almeno a me facendo conoscere che siete il mio gemello e che mi amate a proporzione di questo tenero nome. Sappiate per altro che questo conte di Pinos potrà aiutarmi nell'affare del Ridolfi, se ne avete impegno distinto.
Ho cominciato una picciola composizione per contentar la mia augustissima padrona, e ho dovuto sospenderla. I nervi della mia testa si risentono crudelmente ad ogni leggero concorso di spiriti, che non si può evitare in qualunque violenta fissazione. Amico, è una cosa barbara, e più barbara quanto meno credibile. Nulla di meno io tornerò a provar di nuovo, perché ho rossore dell'ozio mio benché non volontario. E crediate fermamente che, dopo della mia padrona, alla quale mi sottopone ogni dovere, io anteporrò il mio gemello a tutti i monarchi della terra. Sappiate che dalla Corte di Dresda e da quella di Torino, oltre infinite altre parti di minor considerazione, ho avuto assalti ed offerte eccedenti; ma la vita è il fardo numero primo, e convien conservarla sin che Dio vuole. La somma dell'affare si è che, se ho da lavorare, non sarà che per la mia padrona e per voi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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