E fatto un chiocciolin su l'altro lato presentò gentilmente le spalle al distruttor di Troia: e senza onorarlo più di risposta lasciò ch'ei gracchiasse a sua voglia. Si figuri la sorpresa e la collera d'Ulisse. Scaricò contro il Greco un torrente d'eloquentissime ingiurie: non risparmiò né pur una delle licenziose espressioni d'Aristofane: e non cessò da convici se non che per proporre (ma senza frutto) il viaggio ad un orso, che curioso era comparso alle grida. Non abbattuto dall'infelicità della seconda pruova tentò non con sorte migliore la terza con un cavallo, la quarta con un cervo: in somma (per abbreviar la leggenda), dopo aver corso inutilmente e ricorso tutto il contorno, dopo aver perorato con più studio e con più vigore di quel che fece quando scroccò l'armi d'Achille; rauco, ansante, scalmanato e rifinito tornò finalmente a Circe senza aver persuaso di tanti suoi compagni che un solo: e questi fu un elefante.
Or che dice ella d'un così bel tratto di storia? Non è invenzione poetica come forse Vostra Eccellenza suppone. Le pruove de' monumenti antichi sono incontrastabili. C'è un palimpsesto, o sia libro di memoria di Circe, trovato scavando alle falde del monte Circello, in cui in caratteri toscani vien riferito distesamente il fatto: oltre le medaglie ed i fragmenti d'iscrizioni di quei secoli, che il marchese Maffei darà ben presto alla luce. Onde la cosa è certissima.
Quello che v'è di più certo, caro abate (mi risponderà Vostra Eccellenza), è che voi siete un gran seccatore, e che fareste a cicalar con le piche.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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