Non vi spaventate, caro monsieur Hasse, sarò più breve nella esposizione degli altri caratteri.
Nel personaggio del console Manlio io ho preteso di rappresentare uno di que' grandi uomini che, in mezzo a tutte le virtù civili o militari si lasciano dominare dalla passione dell'emulazione oltre il grado lodevole. Vorrei che comparisse questa rivalità e questa poco favorevole disposizione dell'animo suo verso Regolo così nella prima scena ch'egli fa con Attilia come nel principio dell'altra, nella quale il senato ascolta Regolo e l'ambasciator cartaginese. Così il suo cambiamento in rispetto e in tenerezza per Regolo renderà il suo carattere più ammirabile e più grato: esalterà la virtù di Regolo nel dimostrarla feconda d'effetti così stupendi, e farà strada alla seconda scena dell'atto secondo, che è quella per cui io mi sento la maggior parzialità. Il distintivo del carattere di Manlio è la natural propensione all'emulazione, che anche dopo il suo ravvedimento rettifica, ma non depone.
Publio è quel leoncino che promette tutte le forze del padre, ma non ne ha ancora le zanne e gli artigli. Onde in mezzo agl'impeti, ai bollori e all'inesperienza della gioventù si prevegga qual sarà nella sua maturità.
Licinio è un giovane grato, valoroso, risoluto, ma appassionato oltre il dovere; onde si riduce tardissimo a convincersi d'essere in obbligo di sacrificare il genio della sua donna e la vita medesima del suo benefattore alla gloria e alla utilità della patria.
Amilcare è un Africano non avvezzo alle massime d'onestà e di giustizia delle quali facevano allora professione i Romani, e molto meno alle pratiche di quelle; onde da bel principio riman confuso, non potendo comprendere una maniera così diversa da quella del suo paese.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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