Giunto in città lo feci subito chiamare, e sabato mattina feci leggere, corressi ciò che egli avea fatto, e gli commisi di scrivervi subito, ed includendovi la richiesta licenza abbracciarvi teneramente per me e dirvi ch'io mi rimettevo a scrivervi il mercoledì; nel qual giorno speravo potervi dir qualche cosa di più positivo intorno a' cavalli. Ieri mi fu riferito che il sabato medesimo, uscendo il Migliavacca dopo l'opera dal teatro per tornarsene in casa, fu assalito improvvisamente e ferito di due colpi di sciabla in testa da due persone sconosciute, e che non si può far ancor giudizio del suo pericolo. Non essendo egli il più esatto commissario del mondo, sa Dio s'egli vi aveva scritto e mandata la licenza a tenore della mia commissione: all'incontro, nello stato in cui si trova non mi è paruta carità cristiana l'inquietarlo: sicché ho procurato di ricordarmi la licenza, e per averla io di fresco letta riletta e masticata credo averla pienamente rinvenuta. L'ho trascritta, e ve l'accludo perché siate servito a tempo. Ma ecco persona che mi assicura che ieri sera il Migliavacca era in teatro, segno che le ferite non eran gran cosa. Desidero che gli servano di correzione.
L'acclusa mia al signor Ridolfi risponde alla gentilezza del medesimo e parla delle circostanze degli affari suoi in queste parti: vi prego di leggerla prima di consegnarla, per risparmiarmi un capitolo a parte su tale soggetto.
Or venghiamo al duro, che sono i cavalli.
Oh che dernonio di commissione mi avete applicata, caro gemello!
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Migliavacca Dio Migliavacca Ridolfi
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