Ve ne parlerò quando gli avrò dato di naso.
Vi auguro felice la musica del Buranello; il quale per altro, secondo quello che io ne ho sentito, sarà un ottimo maestro per i violini per i violoni e per i cantanti, ma cattivissimo mobile per i poeti. Quando egli scrive, pensa tanto alle parole quanto voi pensate a diventar papa; e se ci pensasse non so se farebbe di più. Ha una feconda miniera d'idee, ma non tutte sue, né sempre ben ricucite insieme. In somma non è il mio apostolo. Sapete ch'io son sincero, quando parlo col gemello: per altro nel pubblico lo lascio nello stato di credito nel quale lo tengono quelli che giudicano con le orecchie e non coll'anima.
Temo avervi a dar pessime nuove de' cavalli; ma oggi non ho tempo, ed aspetto l'effetto di alcune nuove diligenze. Sarete di tutto minutamente informato. Addio. Conservatevi, amato gemello; e riamate il vostro costantissimo.
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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 27 Dicembre 1749.
Mi rallegrerei senza fine del vostro felice arrivo in patria, se nella lettera nella quale vi compiacete informarmene trasparisse qualche segno che ve ne rallegraste voi medesimo. Non so: può darsi ch'io m'inganni, e lo desidero; ma è certo che nel laconismo della vostra epistola non ritrovo né pur una scintilla di quel contento che suol riscaldare un animo voti compos. Io vi auguro la tranquillità che vi siete proposta, e ve l'auguro di cuore: voglia Dio che ne possiate rinvenir costì la sconosciuta sorgente.
Il mio Attilio Regolo si sta pettinando in Dresda per comparire a momenti più acconcio che sia possibile su quelle reali scene.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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