Mi scrive l'Annibali che la musica de' due primi atti già provati innanzi a quei sovrani era bellissima. Vorrei, come potete immaginarvi, che l'esito corrispondesse all'aspettazione; e voi ne sarete certamente più sinceramente informato di me: ma se la cosa andasse mai diversamente non perderò certamente il sonno. È già qualche tempo che ho sottratta la mia tranquillità dall'arbitrio dell'aura popolare. Si pensi poi colà di me come si voglia su la nota circostanza, non mi sorprenderà né l'eccesso né il difetto. Son troppo convinto che questi dipendono più tosto dal casual concorso di mille sconosciuti minutissimi accidenti che da' palesi motivi alli quali si attribuiscono.
Amatemi come io veramente vi amo: conservatevi, comandatemi e credetemi.
335
AD ADAMO FILIPPO LOSY - VIENNA
Vienna 1749.
Eccole, veneratissimo signor conte, l'Attilio Regolo, non so se la più popolare, ma la più solida certamente e la meno imperfetta di tutte le opere mie.
Alla fine l'impazienza d'ubbidire all'augusto clementissimo comando che si degnò Vostra Eccellenza comunicarmi, secondata nello scorso autunno dalla ridente stagione, ha vinte le crudeli repugnanze del mio capo, il quale da qualche tempo in qua par che voglia vendicarsi dell'abuso ch'io n'ho fatto nella mia gioventù. È per altro vero che io non sono più, lode al Cielo, nel deplorabile stato, in cui per tanti e tanti mesi mi son veduto, di non poter reggermi in piedi senza timor di non cadere; di non trovarmi abile alla fissazione che bisogna per una lettera d'una picciola pagina, senza cagionare una trepidazione universale in tutti i nervi di questa mia imperfetta macchinetta, e particolarmente di que' del capo, con sintomi così funesti, che mi han fatto mille volte credere d'essere all'estremo termine della mia peregrinazione.
| |
Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
|
|
Annibali Attilio Regolo Vostra Eccellenza Cielo
|