È permesso di abbandonare i suoi amici con quella indolente freddezza con la quale voi gli abbandonate? Si può perdonare... Ma non trascorriamo alle satire; io non ne ho mai scritte finora, ed è troppo tardi per incominciare.
A proposito di difetti, voi avete sì mal eseguita la commissione d'assicurar del mio rispetto il signor conte vostro consorte e la signora contessa e conte di Braun, ch'io da buon Italiano vendicativo non voglio darvi la tenera riconoscenza della degnissima signora contessa d'Althann per gli auguri che gl'inviate. Non voglio farvi parola delle riverenze del generale suo figliuolo. Non voglio confessarvi con quale usura internamente io vi renda i voti di felicità che m'inviate: ed avevo risoluto di non mandarvi la mia nuova opera, ma ripensando meglio lo farò subito ch'io l'abbia di Dresda nella speranza d'annoiarvi. Voi direte che non v'è bisogno dell'opera, che questa lettera l'ha prevenuta: ebbene, già che vi dispiace, seguitiamo col pretesto di darvi qualche nuova. Il povero conte di Montesanto dopo tanti mesi ha finito di morire e seco il Consiglio d'Italia. Il conte di Cervellon e il marchese Cavalli, ch'erano i soli membri ancora viventi di quel corpo estenuato, sono stati giubilati. Il primo con tutto il soldo durante la sua vita, con lodi infinite al suo zelo, al suo sapere ed alla sua probità. Dell'altro non so le circostanze, ma, considerato il suo merito e la giustizia della nostra sovrana, non dubito che saranno a proporzione corrispondenti. Il conte di Tarroca è stato già pubblicato presidente d'Italia, ritenendo la presidenza de' Paesi Bassi; ma a riguardo del nuovo impiego non si sa ancora quali saranno i suoi subalterni.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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