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      Sa Dio quante volte i primi saran migliori de' nuovi versi! Ma fra le angustie prescritte è troppo facile il travedere. Ne avrei cambiati molto meno, se avessi avuto più tempo di farlo. Questa medesima strettezza non mi lascia agio a scriver le ragioni di ciascuna mutazione: cura per altro soverchia con una principessa così illuminata.
      Vostra Eccellenza, per le cui mani mi giunge un tanto onore, faccia valere il sacrificio di così difficile ubbidienza: implori perdono alla mia necessaria temerità. E con questi sospirati pegni del parziale patrocinio autorizzi la mia ossequiosa divota riconoscenza a pubblicar quanto io sono.
     
     
     
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      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
     
      Vienna 8 gennaio 1750.
     
      La carissima vostra del mese di decembre scorso mi consola in gran parte fra le mie agitazioni per la nota commissione cavallina, per la quale vado facendo tutto il possibile e non avrò certamente rimorsi d'omissione. Con tutti i miei calori non ho fin ora che nove cavalli: tanto è qui difficile unirne un numero benché non eccessivo Ma, dovendo esser di razze note e grandi, sempre succede così. Con i cavalli danesi e di Holstein la faccenda corre con più felicità. Ma non c'imbarchiamo in un trattato di cavalli. Ho ricevute le copie delle lettere per Genova e per Barcellona. Ne farò uso se la spedizione si farà per quella parte. Ma, se i periti credono assolutamente che l'imbarcar cavalli così grandi sia un volerli perdere, io gli farò marciar per la via più corta di terra, cioè a dire per Basilea e Baiona.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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