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      Questa riflessione mi fa osservare che sono esenti da queste gabelle dell'umanità tante persone che, non avendo altro merito, sarebbe ben fatto che avessero almen quello d'esser compatite. Questa osservazione m'invoglia ad esaminar la capricciosa (in apparenza) e sproporzionata distribuzione de' beni e de' mali. Questo esame m'impegna in uno spinoso ginepreto in cui m'affanno inutilmente a cercar la via d'accordare al raziocinio umano i decreti della Provvidenza. Questa inutile ricerca, invece d'introdurmi in un buon cammino, là mi presenta una montagna insormontabile; qua m'apre un orribile precipizio: or mi fa incontrar con una bestemmia, or mi fa urtare in una eresia, ond'io, stanco e confuso, mi spavento, dispero, e più ignorante di prima corro a salvarmi in Parnaso. Sì signora, la metafisica non fa per i melanconici: è assai miglior dottrina il non pretendere di sapere quello che non si può. Strappar da questa vita tutto il dolce che la buona morale non ci contende: mandar giù senza masticarlo tutto l'amaro che non si può evitare: servirsi per propria istruzione del passato, approfittarsi del presente, e sperar bene del futuro.
      A tenore di queste comode regolette io spero che Vostra Eccellenza a quest'ora sarà perfettamente ristabilita, che i miei cancherini saranno più discreti di quello che sono oggi, e ch'io potrò venire a godere i frutti delle sue generose offerte in cotesto dolcissimo clima, dove mi prometto i più visibili vantaggi; non già da quelli ch'ella mi propone, ma dai bagni d'aria e di lingua italiana de' quali abbisognano i miei polmoni e le povere mie orecchie, maltrattati per tanti anni dalle asprezze di questo rigido clima e di questo irsuto idioma.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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