Addio, abbracciate Regolo e tutti. Io sono intanto.
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A MARCANTONIO ALUIGI - ASSISI
Vienna 5 Febbraio 1750.
Benché tardissimi, per alcuna forse delle usate irregolarità delle poste, non però men grati mi giungono gli auguri, co' quali è piaciuto a V. S. illustrissima di prevenirmi in occasione delle trascorse feste natalizie. Nel renderli con la dovuta usura della più viva riconoscenza, la prego d'incominciare a verificarli a mio vantaggio, somministrandomi in alcun suo comando l'opportunità onde purgarmi del demerito che potrei aver seco per avventura contratto con l'involontaria dilazione di questa risposta.
Dopo avermi reputato degno dell'illustre sua cittadinanza, è interesse di cotesto pubblico la gloria d'un suo cittadino; onde quella che mi deriva dall'invito della costì rinascente accademia è molto meno effetto del merito mio che conseguenza del primo dono. Io accetto l'offerto onore con quell'avidità medesima con la quale mi sarei gloriato d'ambirlo, e sono superbo che i miei concittadini non mi credano affatto inutile ove si tratti di conferire allo splendore di cotesta ch'io, mercé loro, posso vantar per mia patria. Avvalori V. S. illustrissima con la sua efficacia appresso a cotesta letteraria adunanza questi miei veraci sentimenti di rispetto, di riconoscenza e di amore, e non creda meno sinceri quelli della perfettissima stima con la quale io sono e sarò sempre.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Vienna 6 Febbraio 1750.
Vi scrivo due righe valendomi del solito canale di Venezia per avvertirvi che fin da sabato passato consegnai la Didone, accomodata e guernita della richiesta licenza, al signor don Antonio de Azlor, perché egli mi disse avere un corriere pronto a partire ed io credei ben fatto d'approfittarmi di un'occasione che secondava la fretta che voi mostrate d'aver quest'opera.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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