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      Onde non vi parrà strano se non ho eseguite le vostre ufficiose commissioni. Non le trascurerò per questo. Amatemi quanto io vi amo e vi rispetto, e credetemi.
     
     
     
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      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
     
      Vienna 11 Febbraio 1750.
     
      Dal principio della carissima vostra del 13 del corrente anno veggo che voi mi credete in perfetta salute, sedotto dallo stile festivo delle mie lettere. Non vi fidate, caro gemello: oltre che la finzione è il capitale di noi altri poeti, voi m'inspirate il buon umore quand'io vi scrivo e siete l'antidoto più efficace contro gli acidi i flati gli stiramenti de' nervi del mio povero stomaco e della mia testa, e contro tutte le altre gentilissime maledizioni che si sono alloggiate in questa mia strapazzata macchinetta, la quale per altro non vuole dare ancora alcun segno esteriore delle interne persecuzioni. La mia circonferenza non si ristringe, la mia cera non si abbatte; e spesso spesso, quando io sono più strettamente alle mani co' miei suddetti malanni, mi convien corrispondere alle congratulazioni degli amici su la mia, al parer loro, invidiabile salute. Questa sarebbe cosa da farmi rinegar la pazienza, se non riflettessi che la medesima burla succede alla maggior parte di quelli che dall'esterna apparenza il mondo crede felici fra i gradi, fra le ricchezze o fra gli onori che gli circondano. Quante volte questi luminosi sventurati cambierebbero ben volontieri la loro con la condizione del più miserabile de' loro adoratori! Non dice tanto male il vostro gemello nel suo Giuseppe riconosciuto:


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Febbraio Giuseppe