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      A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
     
      Vienna 14 Marzo 1750.
     
      La gratissima vostra dei 28 del caduto, che m'informa della arbitraria varietà degli ordini dei quali io dimandava una formola, è una nuova prova dell'attenta vostra esattezza e della sincerità con la quale, in contraccambio della mia, mi fate dono della preziosa vostra amicizia. Io ne sono contento e superbo; e non trascuro mezzo alcuno per conservarmi gelosamente un così invidiabile acquisto.
      Il mio fratello mi fa una diffusa relazione della affettuosa pazienza con la quale procurate d'esaudire il suo noviziato. Or quando sarò io in istato di rendervi un proporzionato contraccambio? Se basta una perfetta ed eterna gratitudine, io sono e sarò eternamente il vostro.
     
     
     
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      A NICCOLÒ JOMMELLI - ROMA
     
      Vienna 14 Marzo 1750.
     
      Potrei dirvi e con molta verità che una folla importuna di lettere di gente meno discreta di voi mi ha obbligato a posporre alle altre la risposta che doveva alla carissima vostra di Venezia del 21 di febbraro. Ma come in buona coscienza io sento che alcun poco di trascuratezza ha avuto parte in questa dilazione, stimo bene d'accreditar la mia sincerità anche a spese del credito della mia diligenza. Non arrischio alfine moltissimo confessandovi il fallo mio: voi siete in Roma, siamo nell'anno di remissione, e si può sperar indulgenza da un giudice così avvezzo ad esser colpevole.
      Farò copiare come desiderate gli avvertimenti per la rappresentazione d'Attilio: ma non so se potrò compiacervi della lettera che scrissi per l'oggetto medesimo al signor N. N. Ho trovata inaspettatamente una considerabile repugnanza in lui a darne copia: e non saprei indovinarne il motivo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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