Questo non sarebbe nulla: ma senta con qual malizia nera ha intrapreso di superar le mie a lei non incognite repugnanze. Partendo dalla sua Corte prende a bella posta il cammino di Vienna: e prima che, avvertito del mio pericolo, io potessi prepararmi a qualche difesa, un giorno di buon mattino in abito guerriero, preceduta dalla fama del suo merito, accompagnata da tutte le grazie della gioventù, di vivacità e di bellezza, e (quel ch'è peggio) creditrice d'una considerabil parte della fortuna del mio Regolo in Dresda, comparisce improvvisamente nella mia camera. Or dica Vostra Eccellenza candidamente: ha ella sentito mai parlare d'una soverchieria più sonora? Questo è ben altro che mettere il coltello alla gola ad un povero cristiano. Io non so che cosa avrebber fatto Senocrate, Catone o Aristide: so ch'io faccio la lettera ringraziando divotamente il Cielo che ella avesse la moderazione di limitare ad una lettera sola le sue pretensioni.
Dopo questa fedelissima esposizione imagini Vostra Eccellenza il fervore col quale io le raccomando la signora Mingotti. Si tratta della mia sicurezza. Appresso l'esperienza di tali minacce non mi esponga, la supplico, alle sue vendette. Potrei forse riposarmi sul merito solo della raccomandata, che riporterà, certamente tutta l'approvazione di Vostra Eccellenza e di cotesto pubblico; ma il mio bisogno non sono gli applausi di lei (ch'io conto già per conseguiti): io ho necessità ch'ella sia convinta ch'io non ho risparmiata la mia efficacia per procurarle una così illustre protettrice.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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