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      Su l'assertiva di mio fratello vi prego somministrargli a conto mio la somma che gli bisogna per mettersi in corrente, onde in avvenire procedano le cose con ordine e con chiarezza.
      Comincerei a stimarmi qualche cosa s'io sapessi farvi comprendere la grata perfetta e tenera stima con la quale io sono.
     
     
     
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      AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
     
      Vienna 15 aprile 1750.
     
      Sapevo ben io che in bocca del mio Monticelli si sarebbe aumentata considerabilmente la bellezza e la vanità della mia figliuola vagabonda: e da quello che deduco dal veneratissimo foglio di Vostra Eccellenza del 17 dello scorso, ho gran ragion di temere che l'eccessive carezze che costì le vengon fatte siano più efficaci a guastare una ragazza modesta che a correggere una scostumata. Basta: io non m'intendo molto della buona educazione delle fanciulle; onde mi rimetto a chi ne ha date così illustri pruove come Vostra Eccellenza. Intanto io le confesserò così fra noi (a patto per altro che non pubblichi il mio segreto) che io grido così contro le parzialità che a colei si fanno più tosto per iscarico di coscienza che per interno dispiacere che io ne serbi. Perché alla fin fine, o storpia, o diritta, o bella, o brutta, o savia o matta ch'ella sia, non lascia per questo d'esser mia figliuola: ed il sangue (come sogliam dire) non è acqua.
      S'inganna moltissimo l'Eccellenza Vostra se crede che vi sia bisogno d'impiegar molta rettorica per invogliarmi al viaggio di Napoli: se bastasse l'averne voglia, non avrebbe ella avuto il tempo di propormelo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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