Il principe vedendo altri compratori si è spiegato che questi cavalli non eran suoi ma delle pupille del suo nipote, onde non poteva prendere alcuno arbitrio, ma come buon tutore dovea venderli a chi più offeriva. Io cominciai ad offerir quattro mila fiorini, i rivali non han cresciuta l'offerta; e mi sono rimasti con meraviglia universale. Per averne quattro avrei dovuto spendere fiorini 3360, e ne ho otto per fiorini 4000. Onde sono arcicontento.
Pensavo scegliere i quattro che mancano per la dozzina e rivender gli altri: ma sono tutti così belli, che non ho coraggio di farlo ed ho risoluto mandarli tutti. Avrete sedici cavalli, che se voi gli trovate i compagni in tutti gli stati ereditari della mia padrona son contento pagarli del mio. Già che si è aspettato tanto, bisogna ora aver pazienza due o tre settimane. Questi ultimi otto cavalli son giovani; han fatto il viaggio di Moravia, che per essi è stato il primo; ed han bisogno di mettersi in istato da far da bravi. Intanto non v'è picciola coda da scorticare. Mettere insieme la gente, vestirla, provederla di cavalcature, procurar passaporti, disporre rimesse, concertare istruzioni, e mille altre cosette, non mi terranno in ozio.
Avrei mille altre cose da dirvi, ma la mia testa protesta diabolicamente. Basta avervi dato conto per vostra quiete del grosso dell'affare. Addio. Amatemi, e fatemi dar nuove di voi quando non potete darmele voi stesso. Io sono intanto e sarò eternamente.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 27 Aprile 1750.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Moravia
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