Vienna 2 Maggio 1750.
Ma che crudeltà è questa, gemello inumanissimo, ingratissimo, e, a dispetto di tutto questo, amatissimo? Io per ubbidire i vostri ordini sono nel fango sino alla gola: ho trenta cavalli da regolare, e dieci bestie che li governano: dalla mattina alla sera non ho intorno che ferri, selle, arnesi, valigie, cocchieri, postiglioni, maniscalchi, sellari che mi fanno girar la testa come un arcolaio: aspetto il giorno di posta per consolarmi con una vostra lettera, e mai non ne veggo. Voi avete altro che fare: lo so, e vi compatisco: ma ci vuol poi tanto ad ordinare a qualcuno che mi scriva a nome vostro solamente che state bene? Sapete voi da così lontano quanti pensieri melanconici mi produce il vostro silenzio? Io vi amo quanto meritate, che vuol dir senza fine, e chi ama a questo segno è impossibile che non téma. Non dubito già del vostro cuore: io lo conosco: è troppo grande, e troppo ben fatto per non corrispondere a chi è tanto suo come son io: ma il non saper così lungo tempo nuove di voi è digiuno troppo rigoroso per lo stomaco metastasiano.
Addio: oggi non ho tempo di scrivere, per servirvi. Se non metto in marcia la caravana (che sarà presto), non ho tempo per respirare. Vi mandai una canzonetta. L'avete ricevuta? Addio di nuovo. Io sarò sempre.
P. S. La lettera già scritta è già lunga abbastanza, ma con tutto ciò io non posso fare a meno di attaccarvi una picciola codetta in grazia della vezzosa mademoiselle Castellini, a cui auguro salubre l'aria d'Aranguez, in compagnia del suo medico.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Castellini Aranguez
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