Mi piace di sapere a quali venti sia soggetto quel mare in cui mi trovo: quanti scogli nasconda, in quali stagioni possa sperarsi tranquillo, ed in quali s'abbia a temer tempestoso. Or con queste massime, con questo temperamento, e con questo costume, ditemi se vi par facile ch'io intraprenda una nuova navigazione. Io sono.
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AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
Vienna 18 Maggio 1750.
A dispetto dell'orribile confusione nella quale mi trovo per la spedizione di trenta cavalli per Madrid, cioè 16 da carrozza e 14 di servizio, con fornimenti per una muta da otto, con dodici persone fra direttore, maestro di stalla, maniscalco, cocchieri e palafrenieri, commissione così aliena dalle occupazioni di tutta la mia vita; a dispetto, dico, di tutto questo tumulto, che appunto ora è nel moto più violento per la prossimità della marcia, non so trattenermi di rispondere a due veneratissimi fogli di Vostra Eccellenza del 13 e del 28 di Aprile: supplicandola non già a perdonarmi, ma a compatirmi per l'involontario laconismo, di cui tutto lo svantaggio è dalla mia parte.
Il mio ritegno nel secondare le sue persuasioni al viaggio di Napoli prova assai bene la mia poco invidiabile situazione, non già l'inefficacia di quelle: l'oggetto su cui operano le persuasioni è l'animo, e non il corpo: onde né Demostene né Cicerone persuaderanno ad un campanile che cangi sito. Se bastasse l'animo persuaso, sarebbe Vostra Eccellenza già stanca della mia vicinanza: ma il nostro morale è così intralciato col fisico che non può determinarci se non si accorda con questo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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