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      Or, padron mio, che vi ho reso conto di me, rendetemi un poco conto di voi. Vi pare che sia cosa sopportabile ch'io, mentre imparo mestieri nuovi per la premura d'ubbidirvi, abbia da sapere dalle gazzette che il mio gemello si č cosė ammirabilmente distinto nella direzione delle reali feste che si sono fatte in Madrid? quali pubblici segni d'approvazione e d'amore abbia egli ricevuti dalla mano de' suoi generosi sovrani? e con quale eccesso di esemplare moderazione si sia egli sottratto al diluvio delle reali grazie che gli piovevan sul capo? Fateci un momento di riflessione, e poi ditemi che non siete un Ircano, un Iarba, un Tartaro, un Panduro, un mostro marino. Non solamente non me ne avete scritto parola, ma neppure avete pensato d'ordinare a qualcuno che me ne informasse. Tutto il mondo non mi sente parlar che di voi; tutto il mondo mi domanda circostanze della vostra persona particolarmente in questo caso; ed io ho d'avere il rossore di dover confessare che voi m'avete negletto a questo segno. Avete ragione ch'io non sono a Madrid: vorrei ricorrere a piedi de' vostri numi, e vorrei gridar tanto che mi rendesser giustizia e vi obbligassero vostro malgrado a volermi pių bene di quello che fate. Avete ragione che i miei cancherini non permettono applicazioni violente alla mia povera testa, altrimenti scriverei un arsenale di satire in lode vostra. Ma non trionfate per questo. Io ho tutto saputo, ed a vostro marcio dispetto ne ho provato uno de' pių sensibili piaceri che si possano provar nella vita.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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